“Da tempo, ormai, il tema della cura supera i limiti tradizionali, che sembravano contenerla entro il campo della terapia oppure la legavano a una cultura di genere (una «missione» femminile). In questo contributo a più voci, s’indagano ragioni e aspetti del ramificato percorso che la cura ha intrapreso”, compresa la deriva negativa, ossia “il pericolo che la cura diventi strumento biopolitico di controllo dei corpi e delle vite, il possibile esonero del soggetto dalla gestione di se stesso e il suo affidamento a tecnici specializzati, che finirebbe con il vanificare l’ethos della cura stessa.