Primi anni Novanta: l’Italia cambia pelle. Si apre il periodo delle privatizzazioni, cioè della (s)vendita ai privati e della collocazione sul mercato delle imprese che sono proprietà dello Stato. In questo colossale affare di smantellamento delle sue proprietà lo Stato ci ha veramente guadagnato? Perché tutto è avvenuto in tempi così rapidi, senza avere un quadro normativo adeguato per privatizzare e liberalizzare, senza correre il rischio di creare monopoli privati al posto di quelli pubblici? Quale è la vera ragione del grande interesse delle privatizzazioni per i vecchi e impoveriti poteri forti italiani? Quale è il reale motivo della conversione alle privatizzazioni del mondo cattolico di sinistra e dell’erede del cadaverico partito comunista? Perché la magistratura italiana diventa una vigilante etico in tutto questo processo contorto e complicato? Le privatizzazioni passeranno sotto silenzio sui mezzi di comunicazione. Il totale ricavato dallo Stato è stimato in circa 200mila miliardi di lire. Una vera e propria svendita, una sorta di saldo di fine stagione.
Da Rold Gianluigi
Assalto alla diligenza
Il bottino delle privatizzazioni all'italiana
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