Combattere i “no” per tornare a crescere

Si è svolta nella prestigiosa sede di Palazzo Ziino a Palermo la presentazione del libro I no che fanno la decrescita

 

Il 10 luglio alle ore 17,30 a Palermo si è tenuta una tavola rotonda sullo sviluppo del territorio organizzata dall’ OSSERVATORIO ACROPOLI in collaborazione con l’editore Guerini e Associati, a partire dai temi dell’ultimo libro di Alberto Brambilla e Stefano Cianciotta.
Il saggio, scritto a quattro mani, fotografa l’anomala situazione italiana in cui si è consolidata la tendenza a dire “no”: una tendenza che condiziona fortemente i politici, che prendono o annunciano decisioni tattiche di breve termine per capitalizzare consenso, invece di indicare un indirizzo strategico di lungo periodo, favorendo così la decrescita del Paese.

“I no che più hanno condizionato la società sono quelli alle infrastrutture e all’industria” afferma Stefano Cianciotta a margine dell’incontro svoltosi a Palazzo Ziino “I politici che non si limitano ad ascoltare la vox populi, ma che ad essa demandano le loro decisioni, non fanno che impoverire l’Italia”.

Per assicurare un futuro al Paese, tuttavia, non sono sufficienti investimenti infrastrutturali e industriali. Gli autori propongono anche altre soluzioni per tornare a crescere, a partire dalla formazione.

Occorre che l’Italia investa ben più dell’attuale 1% del Pil nella formazione. 

“Bisogna cominciare a dare una formazione autentica a tutti fin dalla scuola primaria, poiché i primi anni di vita di un bambino sono decisivi per la sua età adulta futura. Poi va cambiato e rilanciato con forza il sistema dell’alternanza scuola-lavoro, troppo sottovalutato finora” continua Stefano Cianciotta, interrogato sulle possibili soluzioni, e aggiunge

Occorre anche una rivoluzione copernicana nella burocrazia.

“La Pubblica amministrazione deve essere percepita, come avviene in altri Paesi europei, come un alleato nelle difficoltà della vita personale e lavorativa. Non come avviene oggi, come un avversario”.

Insieme a Stefano Cianciotta sono intervenuti l’On. Marco Falcone, Assessore Regionale alle Infrastrutture e il Prof. Gaetano Armao, Vicepresidente della Regione Sicilia e Assessore al Bilancio, insieme ad altri autorevoli rappresentanti del mondo scientifico-accademico e degli ordini professionali siciliani. Il dibattito è stato moderato Giampiero Cannella, giornalista, scrittore ed ex parlamentare nazionale, insieme a Nunzio Panzarella dell’Osservatorio Acropoli.


Per saperne di più: 

IL LIBRO

Alberto Brambilla, Stefano Cianciotta, I no che fanno la decrescita. Per un Paese che non ha ancora rinunciato al futuro, pag. 160, euro 18,50, ISBN 9788862507042, Guerini e Associati, 2018.

GLI AUTORI

Alberto Brambilla, 32 anni, laureato in Scienze Politiche alla Statale di Milano, redattore economico del Foglio dal 2012. Con un’inchiesta sul Monte dei Paschi di Siena e con un approfondimento sul pregiudizio ecologista nel caso Ilva, ha vinto il premio State Street Institutional Press Awards nel 2013 e nel 2015 (giornalista dell’anno nella categoria Giovani Talenti). Nel 2017 per gli articoli sulla crisi bancaria italiana gli è stato attribuito il prestigioso riconoscimento intitolato alla memoria dell’economista Federico Caffè.

Stefano Cianciotta, Presidente dell’Osservatorio Nazionale sulle Infrastrutture di Confassociazioni, è attualmente docente a contratto di Comunicazione di Crisi aziendale all’Università di Teramo ed è consulente della Scuola di Formazione del Ministero della Difesa e della Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica. Svolge attività di consulenza aziendale e di formazione manageriale sul Crisis Management e sulla innovazione delle organizzazioni. È opinionista dei quotidiani Il Foglio e Il Messaggero, e frequente ospite delle trasmissioni Uno Mattina (Rai Uno) e Studio24 (Rai News 24).

PROMOTORE DELL’EVENTO

L’OSSERVATORIO ACROPOLI è un neo costituito centro studi proiettato sul campo economico e politologico italiano ed europeo, che raccoglie al suo interno stimati esponenti del mondo accademico italiano, così come di quello militare, imprenditoriale e giornalistico.