La recente escalation di tensioni nel canale di Suez, alimentata dagli attacchi del gruppo Houthi, rappresenta una minaccia crescente non solo per la stabilità politica della regione ma anche per il settore globale del trasporto marittimo e dell’approvvigionamento energetico.
Le riflessioni di Luigi Merlo, presidente di Federlogistica
In questo contesto, le riflessioni di Luigi Merlo (direttore dei Rapporti Istituzionali per l’Italia di gruppo MSC e presidente di Federlogistica) diventano ancora più rilevanti. Attraverso le pagine del suo libro Rivoluzionare la politica marittima italiana, infatti, ci immergiamo nella complessità delle dinamiche marittime globali, con uno sguardo attento e disincantato e un occhio di riguardo verso il nostro Paese.
Il ruolo strategico del canale di Suez e l’impatto sull’economia globale
Ricordando l’incidente avvenuto nel 2021, con l’arenamento della portacontainer Ever Given, nel capitolo Dipendenti da Suez Merlo riflette sul cruciale ruolo strategico, oggi ancora più decisivo, del canale, definito appunto «uno dei grandi talloni d’Achille del trasporto globale». La sua chiusura, infatti, come i recenti fatti dimostrano, può avere impatti profondi sull’economia e la sicurezza globale.
Italia, piattaforma naturale nel Mediterraneo?
Per questo è necessario rivedere la tesi, sostenuta da molti politici, secondo cui l’Italia, «grazie al canale di Suez, costituisce una piattaforma naturale in Mediterraneo» e approfondire la questione senza dare per scontato il ruolo del nostro Paese né sopravvalutandolo. Scrive Merlo: «La posizione dell’Italia è certo rilevante, ma non può essere definita assoluta».
Di fronte agli avvenimenti recenti, il richiamo di Merlo alla necessità di una rivoluzione nella politica marittima italiana acquisisce un significato ancora più tangibile e urgente.
