La crisi ha lasciato cicatrici visibili in tutto il globo: gli Stati Uniti vivono una ripresa debole, che non crea sufficienti posti di lavoro; in Cina e nei paesi emergenti la crescita rallenta; nel Medio Oriente e sulla sponda sud del Mediterraneo le primavere si spengono in estati violente; l’Europa appare ripiegata su se stessa. La cooperazione internazionale – economica, finanziaria, politica – si inceppa. Questo XVIII Rapporto propone una lettura interdisciplinare delle trasformazioni in corso. Osserva il mutamento dei modelli sociali, culturali e di consumo; le trasformazioni dei mercati e delle grandi imprese; le tendenze demografiche; la rivoluzione energetica, conseguenza del diffondersi del fracking, con l’estrazione di combustibili fossili dalle rocce. Mentre il Novecento sprofonda nel passato, e il pianeta si affaccia a un futuro dai contorni imprevisti, l’Italia pare attardarsi in un’ansa della storia, a rischio, prima ancora che di declino economico, di ritardo culturale e civile. I fili d’erba del titolo – i fili di una ripresa possibile – stanno in primo luogo nella capacità di competere sui mercati internazionali dimostrata da una parte delle imprese italiane. Non potranno però crescere se il terreno al quale si aggrappano non verrà dissodato, rivoltato, irrigato. A rischio non sono solo i fili d’erba, sono le radici.
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