Il libro racconta un percorso di riflessione nato dall’incontro con il pensiero di grandi pedagogisti, studiosi e architetti e dall’osservazione di alcune scuole di metodo che sono punti di riferimento e apripista per pensare agli edifici scolastici come un corpo da inventare. Una scuola da vedere, da sentire e da toccare, una scuola che ha un corpo che parla con la sua fisicità, sul quale iniziare a ragionare concretamente.

Frutto di un progetto a quattro mani tra Beate Weyland, docente di Didattica presso la Libera Università di Bolzano, e Manuela Dasser, designer, il volume intende mettere a sistema i contenuti di riflessione pedagogica con una grafica che ne qualifichi l’impatto comunicativo. Perché già con questo lavoro si possa iniziare a sollecitare la curiosità e l’interesse, come motori dell’apprendimento.

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