Catalogo

Morgenthau Henry

Diario 1913-1916

Le memorie dell'ambasciatore americano a Costantinopoli negli anni dello sterminio
degli armeni

Edizione italiana e postfazione
a cura di Francesco Berti
e Fulvio Cortese

28,00

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Disponibile

Un libro che vanifica ogni possibile negazionismo. Henry Morgenthau, ebreo americano di origine tedesca, ambasciatore degli Stati Uniti a Costantinopoli dal 1913 al 1916, appena tornato in patria scrive e pubblica la sua testimonianza diretta del genocidio subito dagli armeni in Turchia. Consapevole che non si tratta di un massacro dovuto a motivazioni politico-militari, ma del «tentativo di distruggere una nazione» per purificare e rigenerare il popolo turco dal punto di vista razziale. Morgenthau non si limita a testimoniare, ma lotta in prima persona per fermare la strage. Nel corso di innumerevoli colloqui con i leader dei Giovani Turchi, più volte denuncia le persecuzioni contro gli armeni e ne chiede la fine. E, successivamente, si prodiga in prima persona per aiutare, sfamare, salvare – quando è possibile – le vittime del massacro.
Per chi legge, le memorie di Morgenthau costituiscono un’esperienza unica. C’è l’oscuro incombere della guerra, delle devastazioni, delle stragi. C’è, descritto con lucidità spietata, il ruolo della Germania, e in primo luogo dell’ambasciatore tedesco, che non solo non mosse un dito per la salvezza degli armeni, ma anzi fu istigatore del genocidio. Il presagio di quanto accadrà trent’anni dopo è tutto in queste parole di Morgenthau: «La Germania aveva lucidamente architettato la conquista del mondo». Lo sterminio degli armeni era solo una «prova generale» di quanto sarebbe accaduto nei campi di concentramento nazisti.
La storia del genocidio armeno come storia del mondo, storia del Novecento. È questo che ci insegna Morgenthau, con il suo racconto straziante ma, spesso, toccato da quella vena di humour luminoso e malinconico che l’uomo intelligente e buono non può che dimostrare nei confronti dell’umanità stupida e crudele.


Francesco Berti è ricercatore di Storia delle dottrine politiche presso l’Università di Padova e insegna presso la facoltà di Scienze politiche del medesimo Ateneo. Fra le sue pubblicazioni ricordiamo La ragione prudente. Gaetano Filangieri e la religione delle riforme (Firenze 2003) e Libertà della città, libertà del cittadino: riflessioni sul neo-repubblicanesimo (Padova 2008).

Fulvio Cortese è ricercatore di Istituzioni di diritto pubblico presso l’Università di Trento e insegna presso la facoltà di Giurisprudenza del medesimo Ateneo. Fra le sue pubblicazioni ricordiamo La questione della pregiudizialità amministrativa (Padova 2007); Ordine giuridico e ordine politico. Esperienze, lessico, prospettive (a cura, con Paolo Carta, Padova 2008); Il crimine dei crimini. Stermini di massa nel Novecento (a cura, con Francesco Berti, Milano 2008).

Peso 0,25 kg
ISBN

9788862502351

Edizione

Guerini e Associati

Collana

(CA)

Num. Pagine

356

Anno

2011

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