Eugenio Zolli, nato Israel Zoller, rabbino maggiore di Roma dal 1939 al 1945, grande semitista, passò alla fede cattolica nel 1945. La sua vicenda, intrecciata con i tristi avvenimenti dell’ottobre 1943, culminati nella grande razzia degli ebrei di Roma, e con il «caso dei silenzi» di Pio XII, ultimamente tornato alla ribalta, è ancora una ferita aperta nel mondo ebraico e fonte di attriti tra cattolici
ed ebrei.
La controversa figura del rabbino battezzato ha suscitato forti passioni, sia nel mondo ebraico che in quello cattolico. Coloro che fino ad ora si sono accostati a questa storia complessa non sono riusciti a sfuggire al giudizio semplificatorio cristallizzatosi all’indomani degli eventi. È venuto il momento, ormai, di affrontare il «caso Zolli» sine ira et studio.
Questo lavoro vuole essere un primo tentativo di colmare la lacuna a partire da una rigorosa ricostruzione biografica calata nel percorso storico degli ebrei italiani e fondata su documentazione inedita. Ne scaturisce la figura di un uomo complesso, in bilico tra fedi, culture e popoli
diversi, caratterizzato da un’esistenza liminare tra ebraismo e cristianesimo, tra Oriente e Occidente, nel
cuore della drammatica crisi europea segnata dalla Shoah e dalla seconda guerra mondiale.
Gabriele Rigano insegna Storia dell’Europa contemporanea all’Università per Stranieri di Perugia. Ha pubblicato vari saggi di storia religiosa e politica in Età Contemporanea. Collabora a Zakhor e agli Annali della Fondazione Ugo La Malfa.