Scritto all’indomani della pubblicazione del primo volume de L’uomo senza qualità, il saggio Il letterato e la letteratura può essere considerato il contrappunto teorico-estetico, che Musil compone come per estrapolare dal romanzo le proprie riflessioni sulla natura della scrittura e della poesia e darne, al contempo, una prima esposizione strutturata. La tensione interiore, il carattere quasi di «discussione con se stesso» di questo breve, mirabile saggio lo rendono allo stesso tempo una energica sintesi, condotta con logica stringente, e una ardita esplorazione di territori ancora senza confini definiti, in cui nessuna soluzione è ancora possibile. Il ruolo del letterato, il problema originalità/tradizione, la politicizzazione della letteratura e, principalmente, la relazione forma-contenuto sono i temi su cui l’autore si interroga, in vivace polemica con molti suoi contemporanei. Per concludere, infine, con una inattesa apertura sulla natura mitica della poesia, quando, riferendosi ai canti dei primitivi quali istruzioni «per mantenere il corso degli eventi naturali e per muovere gli dei», afferma: «Un processo orientato verso la ‘produzione’, una ‘magia del modello’: questo è la poesia ancora oggi, e non ripetizione della vita o di opinioni su questa, che si esprimono meglio senza fare ricorso alla poesia».
Peso | 0,25 kg |
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Note | a cura di Silvia Bonacchi |
ISBN | 9788878024809 |
Edizione | Guerini e Associati |
Num. Pagine | 90 |
Anno | 1994 |