Sempre più spesso nella società attuale le esigenze delle aziende, che devono fare i conti con nuovi sistemi economici dai ritmi imprevedibili, si scontrano con i bisogni e i diritti dei lavoratori, siano essi dipendenti o autonomi. Questa tensione ha assunto una forma emblematica con lo sviluppo della gig economy, un modello basato sulle piattaforme digitali e sui gig, i piccoli ingaggi, nel quale il lavoro continuativo rischia di scomparire del tutto.
È così che si innesca una dinamica generatrice di precariato, isolamento e invisibilità per il lavoratore. Un fenomeno che ha già coinvolto e generato accesi dibattiti intorno ai rider per esempio, ma che sta già toccando altre numerose professionalità, anche intellettuali. Prima di demonizzare l’«economia dei lavoretti», però, Giacomo Prati invita a fare un passo indietro, analizzare meglio la situazione e capire se è possibile costruire un nuovo scenario sostenibile e trasparente per utenti e lavoratori. Esperto di formazione e di progetti per l’innovazione, l’autore ci dà una fotografia completa e aggiornata sulla gig economy, le sue evoluzioni più recenti e le strategie a disposizione per favorirne uno sviluppo equo che non lasci nessuno nell’invisibilità.
Giacomo Prati, program manager di ANCI Emilia-Romagna e formatore. Coordina progetti nell’ambito dello sviluppo delle competenze, dell’inclusione e dell’innovazione. Già Presidente dell’Associazione Italiana Formatori in Emilia-Romagna, è stato coordinatore editoriale di Learning News, la prima rivista elettronica dedicata alla formazione in Italia.
Permalink: http://digital.casalini.it/9788862508261