A Trento, a metà anni Ottanta del secolo scorso, vide la luce uno dei maggiori istituti europei di ricerca in Intelligenza Artificiale, un campo di cui oggi si parla molto, spesso a sproposito.
Fu un’iniziativa di assoluta avanguardia, in un contesto particolare di autonomia politica che intendeva così sviluppare un’opportunità originale per il futuro.
Questa è la cronaca di quell’avventura, documentata, ma con una prospettiva personale. Il registro non è tecnico. È la storia di un centro di ricerca vissuta dall’interno, su un periodo di un ventennio, nel quadro più generale che ha seguito le origini dell’«AI», in Italia e nel mondo. E anche cronaca di emozioni e divertimento.
Oliviero Stock, triestino, dal 1987 all’IRST di Trento, direttore 1997-2001, ora distinguished fellow FBK. Precedentemente al CNR a Pisa e a Roma. Nel 2019 ha ricevuto un dottorato honoris causa dall’Università di Haifa. È stato presidente dell’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale, AIxIA, di quella europea, EURAI, e di quella mondiale di linguistica computazionale, ACL. Curatore di vari volumi e autore di quasi trecento articoli scientifici di AI; con Y. Castelfranchi di un volume divulgativo, Macchine come noi, Editori Laterza 2000. Su un tema molto diverso ha scritto In barba a H., Bompiani 2022.