Una testimonianza per episodi ed esperienze vissute in prima persona, che si incrocia con verità storiche volutamente dimenticate e con una ricerca costante di dati scientifici soffocati dalla propaganda dominante. Un racconto crudo di quanto visto e verificato direttamente. Una ricerca costante non a giustificare Israele o gli ebrei, ma a comprendere le radici dell’odio che fa di Israele l’unica roccaforte in grado di garantire la sopravvivenza del popolo ebraico.
La risposta arriva come una freccia scoccata direttamente al cuore: Sam arrotola la manica della sua camicia bianca e mostra il tatuaggio che gli aguzzini di Dachau hanno impresso
sul suo avambraccio e nella sua vita.
Non sarebbero necessari altri commenti, se non l’unico che quell’uomo potrebbe pronunciare: «Noi la morte l’abbiamo già uccisa».
Bruno Dardani, per oltre vent’anni inviato speciale de Il Sole 24 Ore con specializzazione nei comparti della logistica, dell’interscambio commerciale via mare, dei porti, e del Medio Oriente e di Israele. Su queste tematiche ha diretto anche la rivista di geopolitica CH, dirige oggi il Centro Bono di studi e analisi sulle politiche del mare e sul Mediterraneo allargato. Autore di biografie imprenditoriali e di saggi tecnici sulla mobilità anche come chiave di lettura per la comprensione di fenomeni economici, sociali e di equilibri geo-politici. Per le nostre edizioni ha pubblicato con Pasqualino Monti e Giulio Sapelli, Vento dal Sud. Logistica, infrastrutture e mercato per una nuova Europa (2021).