Negli ultimi decenni del Novecento, in alcune regioni del mondo le fedi sono state di nuovo proiettate sullo spazio pubblico. Nella condizione umana si sta imponendo la necessità di convivere, ma una convivenza con troppe differenze, su orizzonti ampi quali quelli della globalizzazione, può indurre i fenomeni preoccupanti che sono sotto i nostri occhi: individualismi irresponsabili, tribalismi difensivi, nuovi fondamentalismi. E i fondamentalismi hanno il marchio dell’odio, se non della lotta al diverso religiosamente o etnicamente. L’universalità, che è propria delle diverse tradizioni religiose, si realizza invece appieno nel contatto e nel dialogo. Le religioni, che vivono tra una comunità particolare, nazionale, e l’universale, che parlano di Dio ma operano nella società, possono costituire una scuola di convivenza e di pace.