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Bolter Jay David, Grusin Richard

Remediation

Competizione e integrazione tra media vecchi e nuovi

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La cultura contemporanea – affermano Bolter e Grusin – sembra esprimere una strategia duplice e apparentemente contraddittoria: vorrebbe allo stesso tempo moltiplicare le forme mediali ed eliminare ogni traccia di mediazione. È questa la doppia logica della remediation: combinare l’immediatezza (trasparenza) e l’ipermediazione (opacità) all’interno dei vari ambienti mediali.
Per soddisfare il nostro desiderio, apparentemente insaziabile, di immediatezza, i programmi televisivi basati su riprese live in soggettiva mostrano, ad esempio, agli spettatori che cosa significa guidare un’autovettura nel momento dello scontro. Mentre su Internet le web-cam ci portano, senza alcuna mediazione, all’interno di ambienti naturali o nella casa di persone sconosciute. In tutti questi casi il medium sembra scomparire, lasciando l’utente solo di fronte alla realtà rappresentata. Le nuove tecnologie della comunicazione, però, espandono ai massimi livelli anche la logica contrapposta dell’ipermediazione. Nello «stile a finestre» del personal computer si impone un nuovo spazio eterogeneo, capace di inglobare media differenti (testo, audiovisivo, animazione, grafica, ecc.) e di farli dialogare attraverso i dispositivi di interazione.
La doppia logica della remediation, tuttavia, non caratterizza solamente le tecnologie digitali contemporanee. Possiamo leggere la maggior parte delle forme espressive della cultura occidentale – dai manoscritti medioevali allo sviluppo della prospettiva, dal cinema ai parchi di divertimento della Disney – come un’incessante dialettica tra trasparenza e ipermediazione. Per questo motivo Bolter e Grusin non ritengono che ci sia una sostanziale discontinuità tra i media digitali e i loro antecedenti: i nuovi media rimodellano i vecchi mentre, allo stesso tempo, i «vecchi» media sono costretti a riproporsi in forme nuove per rispondere alla sfida e delineare il loro orizzonte futuro.

Jay David Bolter è Wesley Professor of New Media Studies presso la School of Literature, Communication and Culture del Georgia Institute of Technology. Fra le sue pubblicazioni ricordiamo: Turing’s Man: Western Culture in the Computer Age (University of North Carolina, 1984) e Writing Space: The Computer, Hypertext and the History of Writing (1991) (trad. it., Lo spazio dello scrivere. Computer, ipertesti e storia della scrittura, Vita e Pensiero, Milano 1993).

Richard Grusin è docente presso lo stesso Istituto.

Alberto Marinelli è docente di Teoria e Tecniche dei nuovi media presso la facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università di Roma «La Sapienza». Per le nostre edizioni ha curato, con Romana Andò, Mediamorfosi. Comprendere i nuovi media di Roger Fidler (2001).

Note

prefazione e cura di Alberto Marinelli

ISBN

9788883354748

Edizione

Guerini Studio

Anno

2005

Collana

(A)

Num. Pagine

315