È sotto gli occhi di tutti che i numerosi tentativi di riformare la pubblica amministrazione italiana non stiano dando i risultati attesi. Questo dipende dal fatto che le riforme amministrative vengono concepite utilizzando gli stessi schemi concettuali e modelli teorici che causano le disfunzioni che ci si ripromette di superare. I tentativi finora posti in opera hanno affrontato i sintomi ma non le cause del malessere. Occorre compiere un salto di qualità, abbandonare l’illusione che alcuni interventi normativi possano sortire un effetto magico, acquisire una strumentazione metodologica di base e la consapevolezza che un vero cambiamento implica necessariamente una modifica radicale degli schemi mentali con cui si affronta il problema.
Partendo da una profonda analisi teorica si approda a una serie di suggerimenti pratici che possono e devono essere presi in considerazione non solo e non tanto dal legislatore, ma da tutti gli operatori della pubblica amministrazione: da esperti e consulenti e da coloro che con la pubblica amministrazione sono in contatto quotidiano (professionisti, imprese e cittadini).
MASSIMO BALDUCCI (Ancona 1949) ha diviso la sua attività tra ricerca accademica, formazione e consulenza di organizzazioni pubbliche e private. Già full professor di Organization Theory allo European Institute of Public Administration di Maastricht e docente di Auditing e controlling al «Cesare Alfieri» di Firenze, docente stabile di European Public Management alla Scuola Nazionale di Amministrazione (SNA) di Roma. È stato vicepresidente dello European Network of Training Organizations for Regional and Local authorities (ENTO). Collabora con il Consiglio d’Europa, lo United Nations Development Program e la Banca mondiale a vari programmi di assistenza a pubbliche amministrazioni.