Questione di merito. Dieci proposte per l’Italia | di Maria Cristina Origlia

Introduzione

Dar forma e contenuto alla nostra esistenza umana è questione di merito, perché implica assumersi la responsabilità di esercitare il potere di autodeterminazione di cui disponiamo.
Secondo tale punto di vista, i ritratti dei dieci protagonisti che animano queste pagine sono, innanzitutto, storie di merito. Storie di prestigiosi esponenti del mondo economico, filosofico e scientifico italiano che hanno costruito le loro carriere sull’impegno, sulla serietà e sul rispetto nei confronti di loro stessi, della collettività e del paese. Narrazioni di vita, che offrono una prospettiva per il futuro dell’Italia, riaffermando il valore dello studio, del sacrificio,  dell’importanza di conquiste meritate. Un libro che vuole assolvere quasi a un dovere civile, ispirando i giovani e rassicurando i meno giovani sull’importanza delle scelte individuali e del contributo che ciascuno di noi può dare nel costruire una società basata su principi sani e stimolanti.
È con questo spirito che l’ho scritto. Ed è probabile che la sua genesi affondi le radici nel fascino irresistibile che la ricerca della vocazione e del senso della propria esistenza ha sempre esercitato su di me. Alla Proust, certo, ma anche più prosaicamente alla Sir Kenneth Robinson, esperto mondiale di sviluppo delle capacità individuali, che identifica nel punto di incontro tra attitudini naturali e gratificazione nell’esprimerle la fonte di quell’energia vitale, che consente di riconoscere il proprio senso di identità e di immaginare il proprio futuro.
Ma è altrettanto probabile che non avrei riportato per iscritto i miei pensieri, se le circostanze della vita non mi avessero sfidato, mettendomi nelle condizioni di riflettere su che cosa distingua una società volta al ben-essere.
Sul fatto che al contributo individuale per nutrire la tensione collettiva debba corrispondere un contesto capace di favorire la piena espressione e riconoscere il valore delle persone. Un diritto che dovrebbe essere garantito a tutti, limitando ogni forma di discriminazione e ingiustizia, per creare quel capitale sociale che è la vera ricchezza di una nazione.
Ecco perché desidero chiarire che questo non è un libro sulla retorica dei talenti, quanto un omaggio a chi – forte di solide qualità umane e competenze professionali – ha sviluppato una visione tesa al miglioramento del paese e si adopera costantemente per perseguirla, senza paura di esporsi, prendendo posizione con coraggio e orgoglio. Sono questi i criteri che mi hanno guidato nella scelta dei dieci protagonisti, oltre al requisito indispensabile dell’indipendenza da interessi privati – per tale motivo non vi sono imprenditori – e da impegni attivi in politica. Almeno per il momento.
Ed eccoli: dalla virologa Ilaria Capua, sopravvissuta a testa alta a una delle vicende giudiziarie più vergognose della storia italiana, con il suo impegno nel rivoluzionare l’approccio alla salute, a Leonardo Becchetti, tra le principali voci dell’economia civile, con il suo fattivo contributo allo sviluppo di un’economia sempre più generativa; da Daniela Del Boca, tra i pionieri dell’economia della famiglia e della partecipazione delle donne al mercato del lavoro, a Marco Bentivogli, sindacalista controcorrente, con la sua profonda fiducia nelle potenzialità dell’innovazione 4.0 contro i tecnofobi di ogni natura; da Giovanna Melandri, che dopo ventidue anni di impegno politico si è rimessa in gioco accettando la sfida del Maxxi – Museo nazionale delle arti del XXI secolo e, poi, promuovendo l’affermazione della finanza d’impatto con Human Foundation, allo scienziato Roberto Cingolani che ha fatto dell’Istituto italiano di tecnologia un gioiello noto in tutto il mondo, sfidando il «vecchio mondo antico» che ancora imperversa in Italia. E, ancora, da Alessandra Perrazzelli, un esempio di rara professionalità e capacità di affermare la visione femminile nel business, a partire dalla finanza, all’economista Carlo Cottarelli, che ha scelto la «professione» di predicatore per diffondere la cultura della spesa pubblica nel paese, sino a Federica Saliola, che dalla World Bank lavora per suggerire le migliori policy di crescita sostenibile e inclusiva alle nazioni.
Per concludere con il filosofo Luciano Floridi, che con i suoi studi sull’etica del digitale lavora alla definizione di un nuovo modo di pensare e interpretare il nostro tempo.
Per quanto possibile, li ho raggiunti nelle loro dimore, nei loro studi, nei loro luoghi, consapevole di quanto gli spazi che abitiamo raccontino delle nostre identità, dei nostri valori, dei nostri comportamenti. Quando le circostanze l’hanno impedito, li ho incontrati in contesti pubblici o nell’etere della rete che tutti connette. Di ciascuno, ho avuto il piacere di ascoltare e assaporare il racconto di vita e di lavoro, colorato dalle loro spiccate personalità, in conversazioni fitte di ricordi, ricche di sogni e di ambizioni, costellate di traguardi guadagnati con intraprendenza e perseveranza. Conversazioni, dunque, più che interviste, in cui ho scelto di mantenere il modo di parlare e intercalare di ciascuno – a volte, anche a discapito della forma – pur di restituirne l’autenticità e la simpatia.
Non nascondo che sono rimasta sorpresa dalla generosità con cui si sono rivelati, mostrando, oltre al loro valore di essere umani, la capacità di trascendere il loro vissuto e offrire un approdo, un punto di riferimento e di confronto, ispirando chi è in cerca del proprio percorso.
Non so se sono io ad aver operato la scelta giusta o sono state, piuttosto, le insondabili regole dell’universo a determinare il nostro incontro, ma so che ne è emerso un ritratto corale di struggente umanità e mirabile capacità di visione.

I diritti d’autrice del libro sono devoluti all’associazione no profit Forum della Meritocrazia, affinché possa perseguire sempre meglio il proposito di diffondere la cultura del Merito nel mercato del lavoro e nella società italiana.