Siamo stati al Franco Parenti insieme a Vittorio Robiati Benduad, autore de La stella e la mezzaluna, dove tre meravigliose voci femminili ci hanno guidato nella lettura degli intensi e sofferti rapporti fra i tre grandi monoteismi della storia.
Antonia Arslan, Mirian Ismail e Myrna Chayo condotte dal professor Ugo Volli hanno presentato lo scorso lunedì 8 ottobre a Milano l’ultimo libro di Vittorio Robiati Bendaud. Questa “breve” storia degli ebrei nei domini dell’Islam è il primo libro in Italia a disvelare con precisione la dimensione dell’ebraismo orientale.
Le ospiti della serata hanno saputo -ognuna con la propria storia personale e con la propria cultura- illuminare aspetti diversi di questo lungo viaggio in terra d’Oriente. Un libro scritto con passione e precisione da Vittorio Robiati Bendaud, cresciuto nell’ufficio di Milano di Rav Giuseppe Laras, che gli ha mostrato per primo l’importanza di guardare al rapporto con le altre religioni, e che oggi presiede il tribunale rabbinico del Centro Nord Italia.
L’autore ha segnato l’evento con un decisivo intervento sull’importanza della sincerità e della trasparenza nell’affrontare il delicato argomento del dialogo interreligioso. “Inutile fingere che siamo tutti uguali: la storia dei tre grandi monoteismi ci dice che non è così. Ma è proprio da queste differenze che dobbiamo partire per trovare lo spazio del dialogo“.
Un concetto quello espresso da Robiati molto caro anche a Myrna Chayo e a Mirian Ismail: rispettivamente ebrea e musulmana, legate indissolubilmente da un fatto biografico (Mirian Ismail ha appreso l’arabo studiando con la Professoressa Chayo all’Università di Milano), dimostrazione vivente di contaminazione e apertura.
Antonia ArslanSecondo Mirian Ismail “Il libro tocca due poli fondamentali: similitudine e diversità, che si collegano attraverso un sottile filo dorato di cui dobbiamo andare alla ricerca, anche per ragionare sull’oggi”.
A questo Myrna Chayo aggiunge “Il presupposto è quello di saper accettare la complessità. Solo accettandola, possiamo affrontare anche la diversità. Se accettiamo questo, possiamo riconoscere nel nostro prossimo qualcuno che sta facendo un suo percorso, magari diverso dal nostro, ma degno di essere rispettato”.
Antonia Arslan, che ha scritto una preziosissima prefazione e che dirige la collana Frammenti di un discorso mediorientale in cui è stato pubblicato il libro, ha poi voluto sottolineare l’accuratezza del lavoro di Benduad “Un libro documentato e insieme leggibile: una cosa fondamentale per chi voglia far conoscere una storia”.