Immigrazione e diritto secondo Carlo Nordio

Le recenti dichiarazioni del ministro Carlo Nordio sul tema dell’immigrazione

Dalle tensioni con la Francia all’emergenza sbarchi, ultimamente si è tornati a parlare molto di immigrazione, diritti umanitari e accoglienza: le implicazioni del fenomeno – come la microcriminalità e la questione delle carceri, ma anche l’ingresso irregolare in territorio italiano – chiamano direttamente in causa il ministro della giustizia Carlo Nordio. Negli ultimi giorni, infatti, il nuovo guardasigilli ha rilasciato diverse dichiarazioni a proposito delle vicende francesi e del trattato di Dublino. Nelle sue parole si rispecchia un pensiero sempre espresso con coerenza nei libri pubblicati con l’editore Guerini.

Sul trattato di Dublino

Come Nordio scriveva già nel 2019, nel libro La stagione dell’indulgenza, il trattato di Dublino, che stabiliva che la gestione del migrante era responsabilità dello Stato di approdo, «non era un principio irragionevole, perché al momento dell’accordo il fenomeno non era esploso nelle dimensioni che poi avremmo dovuto subire». Oggi invece necessita di essere rivisto nell’ottica di una responsabilità europea piuttosto che solo italiana. Il ministro Nordio ha affrontato questo e altri temi in una approfondita intervista rilasciata pochi giorni fa a Il Messaggero.

La stagione dell'indulgenza, Carlo Nordio, Guerini e Associati, 2019
La stagione dell’indulgenza a Roma nel 2019 per la presentazione in anteprima al Senato

«La legge dei numeri non è razzista»

Qualunque buona intenzione di ospitalità e accoglienza deve comunque fare i conti con i grandi numeri dell’immigrazione. Questo problema può essere risolto soltanto su un piano razionale e con uno sforzo globale. «L’unico rimedio possibile risiede nella riaffermazione della legge, e, se possibile, di una comune normativa europea assistita da un’efficiente esecuzione». Così Carlo Nordio si esprimeva a proposito dell’emergenza sbarchi, e così ancora sostiene.

Il dibattito sulla sicurezza tra sfiducia e paura

È sempre stata convinzione diffusa che maggiori flussi migratori significhino meno sicurezza per i cittadini italiani. Naturalmente questa non è un’equazione, ma come sottolinea Carlo Nordio quello dell’affollamento delle carceri e della microcriminalità è un problema reale, che ha un impatto sulla sicurezza. Infatti, nessun paese «in realtà ha agito per nazionalismo sovranista. Ciascuno ha agito solo perché il proprio elettorato aveva paura. Non paura dei neri o dei musulmani, ma delle centinaia di migliaia di disperati senza lavoro, senza soldi e senza nulla che sarebbero stati inevitabilmente destinati a finire per le strade, nei ghetti e nelle periferie, alimentando prostituzione, droga e microcriminalità».

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