Il complesso, magmatico e pervasivo insieme di fenomeni che chiamiamo globalizzazione ha spinto numerosi studiosi a interrogarsi sulle basi epistemologiche dell’antropologia, alimentando un vasto processo di riflessione, di autocritica e di rinnovamento che investe in particolare l’apparato metodologico della disciplina. È possibile descrivere e analizzare le società contemporanee, cosmopolite e interconnesse, secondo la poetica di ricerca dello «studio dettagliato di un’area delimitata» elaborata dai padri fondatori dell’antropologia? Come conciliare la nozione classica e «localizzata» di «campo» con la «deterritorializzazione» che oggi caratterizza molti dei processi di trasmissione culturale? Che ruolo svolge, nella raccolta e nell’analisi dei dati, la soggettività del ricercatore? Quali mediazioni possiamo operare tra la «giusta distanza», necessaria alla produzione di saperi scientifici sulle società umane, e la presa di posizione etico-politica che il lavoro di campo sempre più spesso sollecita? Per analizzare e comprendere i mondi contemporanei, l’autrice delinea una metodologia di ricerca eclettica e multivocale in grado di fornire chiavi interpretative e strumenti d’indagine utili a coloro che, antropologi e non, operano sul campo e quotidianamente interagiscono con gli «altri».

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