
Come nasce “Lean Digital – La via italiana alla fabbrica 5G”?
Il libro nasce idealmente oltre vent’anni fa, quando mio padre (Romano Bonfiglioli) condensò per primo l’approccio Lean Thinking di Womack e Jones in un libro, il primo in Italia, dedicato al “pensare snello”, ma alla maniera italiana. Allora il nostro Paese era una potenza economica e lui aveva provato a ragionare su quali potessero essere le leve competitive in mano alle aziende per affrontare le sfide del nuovo millennio, e il Lean Thinking sembrava una di queste. Oggi la rivoluzione digitale è una grande opportunità per le aziende che sapranno cogliere il massimo dalle tecnologie abilitanti, arrivate oggi nella maggior parte dei casi a un rassicurante livello di maturità e affidabilità.
Come si stanno evolvendo le tecnologie digitali e come avverrà l’applicazione della Lean all’industria 4.0?
Prima che in ambito industriale, lo sviluppo delle tecnologie digitali è avvenuto in ambito consumer. Questo ci ha fatto capire che la loro applicazione su larga scala industriale deve passare attraverso la semplificazione e la realizzazione di interfacce e design sempre più friendly. Questo percorso si scontra però con le dinamiche tecnologiche e culturali della maggior parte delle aziende che si basano ancora su un modello organizzativo gerarchico, con regole ferree e spesso dannose. È quindi necessario un cambio di visione: comprendere che grazie alle tecnologie le persone potranno lasciare da parte le attività ripetitive per dedicarsi ai miglioramenti di processo e del prodotto e sviluppare le loro potenzialità attraverso un’attività di formazione continua, che possa rinnovarne costantemente le competenze. Ma senza questo passaggio culturale l’applicazione della Lean all’industria 4.0 non sarà possibile.
Quali sono i maggiori trend che hanno cambiato il panorama mondiale negli ultimi 20 anni?
La prima è stata l’entrata dell’Italia nell’area euro. L’adesione alla moneta unica era qualcosa di inevitabile per un paese fondatore con un’economia strettamente legata a quella degli altri paesi membri. Purtroppo ci siamo smarcati da certi sacrifici che avremmo dovuto fare per sostenere una scelta tanto impegnativa e ciò ha comportato una progressiva perdita di produttività e l’aumento del debito pubblico. Un secondo elemento è stata l’accelerazione delle nuove tecnologie e della globalizzazione. Entrambi questi elementi hanno espresso dei cambiamenti radicali nel modo di produrre, lavorare e consumare. La risposta del Made in Italy manufatturiero è stata forte ma molto limitata nei numeri, evidenziando le debolezze di un sistema economico troppo frammentato e costituito in gran parte da micro-realtà con scarsa capacità di investimento. Infine, la pandemia da Covid-19 che ha nuovamente stravolto gli equilibri costringendo le aziende ad accelerare il loro processo di digitalizzazione e rivedere i loro modelli di business.
Gli autori, Michele Bonfiglioli e Umberto Mirani
Michele Bonfiglioli è laureato in Ingegneria Gestionale all’Università di Bologna e Diplomato in Business Administration presso University of California, Berkeley. Dal 2009 è Amministratore Delegato di Bonfiglioli Consulting e fondatore della Lean Factory School®. Si occupa di temi Lean Thinking e Lean World Class®, cura pubblicazioni tematiche e Benchmarking studies internazionali sull’Operational Excellence e dal 2018 è presidente della Filiera Servizi Professionali di Confindustria Emilia.
Umberto Mirani è laureato in Ingegneria dell’Ambiente e delle Risorse all’Università di Bologna. Dal 2000 inizia la sua carriera come esperto della filosofia Lean Thinking e Lean World Class® in Bonfiglioli Consulting (di cui oggi è socio e senior partner), per i settori automotive, beni industriali, farmaceutico e fashion.