Intervista a Michele Bonfiglioli, Amministratore Delegato di Bonfiglioli Consulting

Come nasce “Lean Digital – La via italiana alla fabbrica 5G”?

Il libro nasce idealmente oltre vent’anni fa, quando mio padre (Romano Bonfiglioli) condensò per primo l’approccio Lean Thinking di Womack e Jones in un libro, il primo in Italia, dedicato al “pensare snello”, ma alla maniera italiana. Allora il nostro Paese era una potenza economica e lui aveva provato a ragionare su quali potessero essere le leve competitive in mano alle aziende per affrontare le sfide del nuovo millennio, e il Lean Thinking sembrava una di queste. Oggi la rivoluzione digitale è una grande opportunità per le aziende che sapranno cogliere il massimo dalle tecnologie abilitanti, arrivate oggi nella maggior parte dei casi a un rassicurante livello di maturità e affidabilità.

Come si stanno evolvendo le tecnologie digitali e come avverrà l’applicazione della Lean all’industria 4.0?

Prima che in ambito industriale, lo sviluppo delle tecnologie digitali è avvenuto in ambito consumer. Questo ci ha fatto capire che la loro applicazione su larga scala industriale deve passare attraverso la semplificazione e la realizzazione di interfacce e design sempre più friendly. Questo percorso si scontra però con le dinamiche tecnologiche e culturali della maggior parte delle aziende che si basano ancora su un modello organizzativo gerarchico, con regole ferree e spesso dannose. È quindi necessario un cambio di visione: comprendere che grazie alle tecnologie le persone potranno lasciare da parte le attività ripetitive per dedicarsi ai miglioramenti di processo e del prodotto e sviluppare le loro potenzialità attraverso un’attività di formazione continua, che possa rinnovarne costantemente le competenze. Ma senza questo passaggio culturale l’applicazione della Lean all’industria 4.0 non sarà possibile.

Lean digital. La via italiana alla fabbrica 5G
in libreria dal 12 novembre 2020

Quali sono i maggiori trend che hanno cambiato il panorama mondiale negli ultimi 20 anni?

La prima è stata l’entrata dell’Italia nell’area euro. L’adesione alla moneta unica era qualcosa di inevitabile per un paese fondatore con un’economia strettamente legata a quella degli altri paesi membri. Purtroppo ci siamo smarcati da certi sacrifici che avremmo dovuto fare per sostenere una scelta tanto impegnativa e ciò ha comportato una progressiva perdita di produttività e l’aumento del debito pubblico. Un secondo elemento è stata l’accelerazione delle nuove tecnologie e della globalizzazione. Entrambi questi elementi hanno espresso dei cambiamenti radicali nel modo di produrre, lavorare e consumare. La risposta del Made in Italy manufatturiero è stata forte ma molto limitata nei numeri, evidenziando le debolezze di un sistema economico troppo frammentato e costituito in gran parte da micro-realtà con scarsa capacità di investimento. Infine, la pandemia da Covid-19 che ha nuovamente stravolto gli equilibri costringendo le aziende ad accelerare il loro processo di digitalizzazione e rivedere i loro modelli di business.

Gli autori, Michele Bonfiglioli e Umberto Mirani

Michele Bonfiglioli è laureato in Ingegneria Gestionale all’Università di Bologna e Diplomato in Business Administration presso University of California, Berkeley. Dal 2009 è Amministratore Delegato di Bonfiglioli Consulting e fondatore della Lean Factory School®. Si occupa di temi Lean Thinking e Lean World Class®, cura pubblicazioni tematiche e Benchmarking studies internazionali sull’Operational Excellence e dal 2018 è presidente della Filiera Servizi Professionali di Confindustria Emilia.

Umberto Mirani è laureato in Ingegneria dell’Ambiente e delle Risorse all’Università di Bologna. Dal 2000 inizia la sua carriera come esperto della filosofia Lean Thinking e Lean World Class® in Bonfiglioli Consulting (di cui oggi è socio e senior partner), per i settori automotive, beni industriali, farmaceutico e fashion.

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