Si attende fiduciosamente un futuro tempo felice, si crede nella promessa di un paradiso tecnologico. Forse nuove tecnologie ci salveranno. Ma intanto i costi immediati li stiamo pagando, e li pagheremo nei prossimi anni. Perché nessuna promessa tecnologica è veramente ultima, salvifica. Dovremmo sempre ricordare che anche la tecnologia più promettente e splendida ha un rovescio della medaglia: costi e aspetti perversi che solo nel tempo e alla prova dei fatti si rivelano evidenti.
Più che parole nuove, parole antiche. Più che raccontare ciò che del mondo è possibile vedere tramite un computer, mi sembra importante guardare a ciò che un computer non sa vedere, non può vedere. Più che rileggere la storia alla luce della novità digitale, mi pare sia opportuno oggi leggere la novità digitale alla luce della storia. Più che adeguare il nostro pensiero e i nostri comportamenti alla cultura digitale, si tratta di decostruire la cultura digitale, osservando le miserie che gli splendori non riescono a nascondere.
Francesco Varanini etnografo e ricercatore sociale di formazione, ha lavorato come progettista di sistemi informatici e come manager in ambito Risorse Umane, Organizzazione e Marketing. Nel 1999 ha ideato e diretto il primo Master italiano dedicato all’e-business e alla cultura digitale. Ha insegnato Informatica Umanistica all’Università di Pisa. È Presidente di Assoetica. L’attività di docente e consulente si nutre del parallelo impegno come critico letterario. Tra i suoi libri, ricordiamo Viaggio letterario in America Latina, Romanzi per i manager e, per le nostre edizioni, Le parole del manager, Contro il management, Macchine per pensare, Le cinque leggi bronzee dell’era digitale, Marchionne non è il migliore dei manager possibili.
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