I già precari equilibri mondiali, destabilizzati dai conflitti in corso, sono sempre più sotto stress. Se a ciò associamo gli sviluppi degli ultimi periodi, viene da chiedersi se anche il ruolo della democrazia rappresentativa del nostro mondo non sia forse messo in gioco.
Per provare a rispondere a questa domanda, invece di partire dall’analisi dei mutamenti di una struttura economica, geopolitica, sociale, climatica, produttiva che di fatto non esiste più; invece di cercare di riattaccare a tavolino i cocci di una globalizzazione frantumata, proviamo a partire da una analisi – seppure sommaria – delle nuove caratteristiche che confusamente si intravedono e che potrebbero condurre a una struttura diversa da quella tradizionale. Non dunque una narrazione di cosa aspettarci per l’avvenire, ma piuttosto la proposta di uno strumento – un paio di occhiali – che ci aiuti a vedere un po’ meglio per imbastire un futuro diverso.
Mario Deaglio è professore emerito di Economia internazionale all’Università di Torino ed editorialista economico. Come giornalista ha iniziato sulle colonne dell’Economist, poi su quelle del Secolo XIX per arrivare a La Stampa. Ha diretto per tre anni Il Sole 24 Ore. Si occupa prevalentemente dei problemi strutturali del capitalismo moderno.