È davvero possibile governare le migrazioni? Da dove nasce la nostra aspirazione a controllare un fenomeno tanto sfuggevole quanto inevitabile? Gianluca Gerli cerca di dare risposta a queste e ad altre domande, interrogandosi sulla volontà di regolamentazione di questa caratteristica umana indistricabilmente legata alla storia europea, e che affonda le proprie radici nella contemporaneità. Per comprendere come, perché e a quale prezzo si sia giunti a considerare il controllo sulla mobilità degli individui un vero e proprio obiettivo politico. Emergono così una serie di questioni centrali per la nostra epoca, in cui, in seguito alla pandemia, la vita delle persone è sempre più drasticamente condizionata da nuovi limiti alla libertà di movimento. Gli avvenimenti trattati si intersecano a doppio filo con la nascita e l’evoluzione della figura contemporanea del rifugiato, rispetto al cui ruolo il programma dei Corridoi Umanitari e la recente questione dei profughi ucraini pongono nuovi e pressanti interrogativi.

Il volume fa parte della collana Contemporanea

Gianluca Gerli insegna Storia e culture delle migrazioni presso l’Università per Stranieri di Perugia, dopo essersi interessato a vario titolo per oltre un decennio al tema delle migrazioni e aver conseguito il dottorato di ricerca. Dal 2021 lavora per la Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza, istituita presso il Senato della Repubblica.