Via il Reddito di Cittadinanza. Tutte le sue contraddizioni nel libro di Alberto Brambilla

Reddito di Cittadinanza, cosa cambia dal 2024

Ieri il Presidente Giorgia Meloni ha presentato la nuova Legge di Bilancio, che prevede grandi modifiche anche al Reddito di Cittadinanza, paradosso dell’assistenzialismo sociale secondo il nostro autore Alberto Brambilla. Il principale cambiamento riguarda i requisiti per accedervi: le persone considerate “occupabili” dai 18 ai 59 anni percepiranno il reddito fino alla fine di agosto 2023, dopodiché, al rifiuto della prima offerta di lavoro coerente, il sussidio sarà interrotto. Si tratterebbe quindi di 404mila nuclei sul milione totale che oggi riceve questo aiuto. Inoltre il ministro dell’istruzione e del merito Valditara ha avanzato recentemente la proposta di sospendere il Reddito di Cittadinanza a chi non conclude il ciclo scolastico obbligatorio. Sarebbero infatti ben 140mila i percettori del sussidio tra i 18 e i 29 anni a essere in possesso soltanto della licenza media o addirittura elementare.

Il paradosso del Reddito di Cittadinanza per Alberto Brambilla

Con questa manovra l’intento del governo sarebbe quello di utilizzare il Reddito di Cittadinanza non più come generale misura assistenzialista ma come un ponte mirato al mondo del lavoro. Dello stesso parere è Alberto Brambilla, Presidente di Itinerari Previdenziali e esperto in materia pensionistica. Nel suo saggio “Il consenso a tutti i costi” così si esprime: «Più sussidi e bonus vengono elargiti e più aumentano i NEET, quelli che non studiano e non lavorano e le persone che un lavoro non lo cercano più: i cosiddetti “inattivi”. Un paradosso enorme che dovrebbe far riflettere i fautori dell’estensione dell’assistenza a tutti i costi».

Il consenso a tutti i costi, Alberto Brambilla, Guerini e Associati, 2022
Copertina del libro di Alberto Brambilla “Il consenso a tutti i costi”

Fermare la “fabbrica dei poveri”

Come sottolinea Brambilla, più lo Stato spende in assistenza sociale contro la povertà, più, paradossalmente, aumenta il numero dei poveri. Eppure, delle forme efficienti di aiuti statali esistono, soprattutto nel Centro e nel Nord Europa. La chiave del loro successo si basa su tre fattori:

  • Un’amministrazione che funziona a tutti i livelli centrali e locali e dispone di grandi banche dati
  • L’individuazione dei casi di povertà reale, tramite la cosiddetta «prova dei mezzi»
  • Servizi sociali e uffici per l’impiego che assistano l’inserimento nel mondo del lavoro

Concludendo, secondo Brambilla l’iniziale scelta del governo gialloverde di istituire un Reddito di Cittadinanza sarebbe stata la via più semplice per il consenso, ma non la più salutare per il Paese: «La politica ha scoperto che individuare categorie di persone a cui promettere benefici di tutti i tipi consente, esattamente come in passato con le pensioni, di aumentare i consensi; per taluna politica è più facile, ma soprattutto porta più voti, dare soldi a pioggia anziché organizzare in tutte le regioni centri di assistenza sociale territoriali collegati al mondo del lavoro che prendano in carico queste persone e cerchino di toglierle dalla situazione di povertà anche, magari, con sanzioni sociali».

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